Conferenza stampa di presentazione della Fondazione pontificia Gravissimum Educationis

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Il 22 settembre presso la Sala Stampa della Santa Sede è stato presentato il documento “Educare all’umanesimo solidale. Per costruire una “civiltà dell’amore” a 50 anni dalla Populorum progressio” e la Fondazione pontificia Gravissimum Educationis. Erano presenti S.Em. Card. Giuseppe VERSALDI, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, S.E. Mons. Angelo Vincenzo ZANI, Segretario del medesimo Dicastero e Mons. Guy-Réal THIVIERGE, Segretario Generale della Fondazione Gravissimum Educationis.

Il documento “Educare all’umanesimo solidale. Per costruire una “civiltà dell’amore” a 50 anni dalla Populorum progressio” è stato pubblicato in sei lingue e contiene le linee principali dell’educazione all’umanesimo solidale. Per la preparazione del documento si è formato un gruppo di lavoro ad hoc che si è dedicato alla definizione di 7 punti centrali partendo dal richiamo presente nell’enciclica Populorum progressio di Paolo VI. Il documento è rivolto a tutte le persone che sono impegnate a vario titolo nel campo della formazione, dalla scuola all’università, e anche al di là delle istituzioni formali. I contenuti che propone, con un linguaggio semplice e diretto, fanno riferimento a tre fonti principali: alla Dichiarazione del Concilio Vaticano II Gravissimum educationis, all’enciclica Populorum progressio di Paolo VI e al magistero di Papa Francesco, in particolare all’intervento da lui tenuto alla conclusione del Congresso mondiale, organizzato dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica nel 2015 e all’enciclica Laudato sì’. In questi documenti del magistero ecclesiale si riscontra un concetto di educazione aperto e dinamico, capace di guardare oltre le aule scolastiche e universitarie e di misurarsi con le grandi questioni che caratterizzano la cultura e la società di oggi.

Secondo il Prefetto, il nuovo Documento sottolinea quanto sia urgente e necessario umanizzare l’educazione, favorendo una cultura dell’incontro e del dialogo. Questo è possibile, in primo luogo, secondo lui, globalizzando la speranza guidati dal messaggio di salvezza e d’amore della rivelazione cristiana. La solidarietà e la fratellanza scaturite da questa trasformazione personale e sociale saranno la base per un processo inclusivo in grado di influire sugli stili di vita e sui paradigmi economici e ambientali. Pertanto, secondo il Cardinale, è auspicabile lo sviluppo d’una più integrata rete di cooperazione al fine di “far convergere le iniziative educative e di ricerca verso i fini dell’umanesimo solidale”. E cosi, in questo modo, le università e le scuole cattoliche saranno in grado di rispondere meglio alle emergenze e alle sfide con programmi concertati e ricerche condivise. Gli orientamenti presenti nel documento possono essere un aiuto a far crescere la cooperazione educativa.

Invece, Mons. Zani si è soffermato su tre proposte principali espresse nel documento: umanizzare l’educazione, creare e favorire la cultura al dialogo e promuove una vera inclusione. Secondo lui, “umanizzare l’educazione”, come ribadisce spesso Papa Francesco, significa mettere la persona al centro dell’educazione, significa occuparsi dei risultati del servizio formativo considerando il quadro complessivo delle attitudini personali, morali e sociali di tutti i soggetti che partecipano al processo educativo: docenti, studenti, istituzioni del territorio, luoghi e spazi di incontro, per un’educazione che non sia selettiva, ma aperta alla solidarietà e alla condivisione (formazione dei formatori). In altre parole si tratta della necessità di aggiornare il patto educativo fra le generazioni, partendo dalla famiglia per arrivare all’intero corpo sociale. Quanto al dialogo, secondo il Segretario della Congregazione, esso deve permettere l’incontro tra le diversità per edificare il bene comune e quindi si intreccia con la necessità dell’inclusione che consente ad ogni cittadino di sentirsi attivamente partecipe nella costruzione dell’umanesimo solidale, a partire da un quadro di istanze etiche e normative condivise. Secondo lui, la terza missione dell’università, sulla quale oggi gli specialisti di studi accademici insistono, invita le istituzioni di studi superiori a sviluppare, oltre alla funzione di insegnare e di fare ricerca, anche la dimensione di apertura alla società e alle sue problematiche. Anche questo aspetto è un’espressione specifica del principio di inclusione applicato a livello istituzionale, che apre nuove prospettive alle specializzazioni accademiche, stimolate a misurarsi con i problemi e le prospettive di una società in continua evoluzione.

Successivamente nella conferenza stampa è intervenuto Mons. Guy-Réal Thivierge, Segretario Generale della Fondazione Gravissimum Educationis. Il 28 ottobre 2015 è stata costituita con il Chirografo del S. Padre Francesco La Fondazione pontificia Gravissimum Educationis (con la sede presso la Congregazione per l’Educazione Cattolica). Secondo lo statuto è costituita in persona giuridica pubblica canonica e in persona giuridica civile nella Città del Vaticano. Viene gestita da un Consiglio di Amministrazione presieduto dal Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, affiancato da un Vicepresidente, il Segretario della Congregazione nonché vari comitati che la aiutano.

La Fondazione nasce per incarnare la visione educativa promossa dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica. Essa si occupa di sostenere progetti innovativi e d’impatto, investire sulla qualità, promuovere gli studi scientifici e favorire la collaborazione in rete tra istituzioni educative. Essa non finanzia opere di costruzione o iniziative individuali, ma investe sui settori che più di altri possono contribuire allo sviluppo di un contesto educativo: soprattutto la ricerca e la formazione dei formatori. Secondo il Segretario generale della Fondazione, essi in particolare modo si impegnano nella ricerca di nuovi modelli educativi e nella loro diffusione. A tal proposito Mons. Guy-Réal Thivierge ha citato alcuni progetti già avviati: a Kikwit, nella Repubblica Democratica del Congo, sta sorgendo la «Maison De Paix» (“Casa della Pace”), un Centro formativo polifunzionale e di promozione umana; il progetto “Democrazia, Educazione e Cristianesimo” sviluppato in collaborazione con l’Académie Catholique de France e altri accademici incardinati presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, la Libera Università Maria Ss. Assunta (LUMSA) di Roma e l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano; l’inchiesta “I giovani e le scelte” in vista del prossimo Sinodo che si terrà a Roma nell’ottobre 2018 e che si propone di conoscere meglio le questioni relative alla gioventù di oggi. E infine si prospetta la creazione di un’Osservatorio pedagogico permanente che possa supportare l’attività della Congregazione e delle istituzioni educative cattoliche. L’obiettivo dell’Osservatorio è di monitorare i cambiamenti internazionali che riguardano l’educazione e le sfide, in particolare quelle legate all’identità e alla missione e le migliori esperienze pedagogiche che si stanno realizzando nel mondo, con particolare attenzione a quelle che coniugano l’educazione con la cittadinanza attiva e la solidarietà.

Intervento del S.Em. Card. Giuseppe VERSALDI
Intervento di S.E. Mons. Angelo Vincenzo ZANI
Intervento di Mons. Guy-Réal THIVIERGE
 

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